Come le nostre abitudini, il
nostro corpo, i nostri movimenti, il nostro modo di porci, il nostro modo di
parlare, anche la nostra scrittura subisce dei cambiamenti nel corso degli
anni. A volte per pigrizia la “R” diviene non ben definita finendo per
assomigliare ad una orripilante “D”, per non parlare di come si semplicizza nel
tempo la “Z”, che da essere la lettera più complicata da scrivere nell’italiano
corsivo, diviene la lettera più semplice, parendo ormai un simpatico “7”.
La causa può risiedere nel fatto
che attraverso il tempo noi cambiamo (?!) e cambiano le nostre emozioni, i
nostri sentimenti, il nostro vissuto (a volte intensamente, a volte meno),
facendo sì che finanche come ci esprimiamo, sia verbalmente che sulla carta,
sia il riflesso di ciò che siamo in quel dato momento.
Ora sono in un mood che non ho
tanta voglia di esistere. Voglio esistere di fretta, voglio che il tempo passi,
oppure magari al contrario vorrei che il tempo si fermasse, che si bloccasse
per sempre, in maniera tale da darmi la possibilità di vivere e godere ogni
istante con l’intensità che ambisco da sempre e che da sempre mi sfugge.
Ho la testa così piena di questo
problema, del tempo che passa, di ciò che vorrei fare ma non posso, da non
riuscire probabilmente a fare ciò che invece DEVO fare.
Prima riflettevo sul perché ci
piaccia così tanto (praticamente a tutti) osservare gli animali giocare. Giocare
fra loro o giocare con gli umani. I gatti ad esempio: che sensazione strana
vedere i gatti giocare! Ti trasmettono una gioia indescrivibile, vero? E i
cani? Quando ti rincorrono o scappano che vogliono giocare a farsi prendere, ti
lasciano senza parole e con una felicità che non ti sai spiegare, che ti
riempie dentro.
Immaginati di vederli giocare e
divertirsi tra loro mentre sei ben nascosto a spiarli. Come ti sentiresti? Cosa
proveresti? Non ti chiedo “cosa penseresti?” perché in quei momenti non si
pensa mica! In quei momenti ti abbandoni all’idilliaco momento di pace
interiore, di eternità, di serenità e infinita gioia con cui la magia della
vita sta colmando quell’attimo della tua fugace esistenza.
Stessa cosa capita quando ci
relazioniamo con i bambini o quando li osserviamo. Teneri, piccoli, innocenti,
sempre pronti ad imparare qualcosa da tutti, senza pregiudizi di sorta.
Inconsapevoli, donano felicità….
Ma perché? Tu te lo sei mai
chiesto? Perché?
Perché siamo felici quando accade
ciò? Perché?
Perché in quei momenti “senti”, o
meglio, “sai”, che ciò che guardi è reale, è vero, non finzione (anche se la
finzione ci piace: ci piace tanto vedere i reality, i programmi trash in tv, pur
sapendo sia vera finzione).
I comportamenti di quegli
adorabili esseri viventi non sono condizionati dai problemi, dalle inibizioni,
dalle mode, dalle convenzioni, dalle discriminazioni di cui solo l’essere umano
adulto si fa portatore (non proprio) sano.
È uno spettacolo. Una magia che
dovremmo cercare di portare anche tra noi ormai adulti, credo.