si distinguono laddove ci sia o non ci sia da parte dell'oratore la volontà di persuadere i suoi auditori delle ragioni espresse e date per certe in un proprio discorso, ragioni in cui egli per primo crede fermamente.
(Ma il problema non è risolto...)
(Ma il problema non è risolto...)
Quest'ultima parola però (retorica) è stata spesso bistrattata e male-utilizzata nel tempo. Il suo significato è stato frainteso, proprio come nel caso analogo della parola "anarchia", diventata un termine dispregiativo indicante tutt'altro che il significato datovi dagli anarchici. Retorica non è l'arte di ottenere ragione, retorica è l'espressione di un pensiero che non vuole essere inteso come una verità oggettiva ed assoluta, non dev'essere meramente un modo per omologarsi e rendersi comprensibili all'auditore comune od a chiunque. Retorica è far fuoriuscire ciò che in realtà solo dentro sé si pensa sia vivo e giusto.
"L'argomentazione filosofica, come quella giuridica, costituisce l'applicazione a un ambito particolare di una teoria generale dell'argomentazione che consideriamo come nuova retorica. Identificando quest'ultima come la teoria generale del discorso persuasivo, che tende a suscitare l'adesione, sia intellettuale che emotiva, di un uditorio, qualunque esso sia, affermiamo che ogni discorso che non aspiri a una validità impersonale appartiene all'ambito della retorica. Allorché comunicazione tende a influenzare una o più persone, a orientare il loro pensiero, a suscitare o placare le emozioni, a dirigere un'azione, essa fa parte del campo della retorica. Quest'ultima comprende, come caso particolare, la dialettica, tecnica della controversia. Così concepita, essa copre l'immensa regione del pensiero non formalizzato..." -
Chaim Perelman
Premesso ciò, non posso che arrivare alla conclusione che non ci sia, dunque, una netta e reale distinzione tra le due parole: "retorica" e "filosofia"....
Per sottolineare la differenza ci si potrebbe appellare alla mancanza di volontà di persuasione insita nei discorsi filosofici, al contrario di quelli retorici dove è invece oltremodo presente.
Ad esempio è anche vero che si può far uso di retorica pur manifestando idee nelle quali non è necessario credere, dato che l'unico scopo di tale manifestazione altro non è che convincere, persuadere l'uditorio delle ragioni da noi esposte. In questo caso l'importante è, infatti, che siano gli altri a crederci/cascarci. Insomma, per uscirne basterebbe dunque chiamare questa "retorica della persuasione" in alcuna maniera che non sia "demagogia" o "populismo".
Chaim Perelman
Premesso ciò, non posso che arrivare alla conclusione che non ci sia, dunque, una netta e reale distinzione tra le due parole: "retorica" e "filosofia"....
Per sottolineare la differenza ci si potrebbe appellare alla mancanza di volontà di persuasione insita nei discorsi filosofici, al contrario di quelli retorici dove è invece oltremodo presente.
Ad esempio è anche vero che si può far uso di retorica pur manifestando idee nelle quali non è necessario credere, dato che l'unico scopo di tale manifestazione altro non è che convincere, persuadere l'uditorio delle ragioni da noi esposte. In questo caso l'importante è, infatti, che siano gli altri a crederci/cascarci. Insomma, per uscirne basterebbe dunque chiamare questa "retorica della persuasione" in alcuna maniera che non sia "demagogia" o "populismo".
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